Bordeggiano, al ritmo di baleniera, i pensieri,
verso l’apatia,
tra le onde,
di un giovane mozzo audace,
inermi orme,
giacciono su un dannato diario,
nascosti nel buio angolo di un tacito gavone.
Passi fieri da capitano
echeggiano molesti sul ponte.
Non era mai uscito!
Aleggia la sua anima corrotta sul volto
…che altro gli fosse rimasto?
Solo Dio poteva saperlo,
semmai ne avesse avuto uno!
Refolo e d’un tratto raffica, ostinata e gloriosa,
franta da un laconico:
“Lasca la scotta di genoa,
che vento in poppa!”
E dopo tanta indifferenza
si ritrovano
tra la malinconia di una fine imminente
e l’estasi di un orizzonte non più così distante.
Un solo sfiato e un flebile abbaglio
riflettono un’iride che appaga i miei occhi
e pietrifica il mio corpo.
Ombrinali sommersi,
disperato sgottare…
È sotto di noi!