Angelo Di Donna – GIOVANNI PADOVANI

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Quasi tutte le mattine, alla stessa ora, più o meno alla stessa altezza, mi trovo su quella banchina ad aspettare la metropolitana, ed insieme a lei, probabilmente, tante altre cose.

Non ho mai sonno in quel momento, ormai sono abituato ad alzarmi molto presto. Osservare il mondo che si sveglia mi fa sentire meno solo. Non so perché. Ho pensieri lucidi che si fanno largo tra sbadigli, freddo, profumo di caffè, e pappa per i mici.

Mi lavo, mi vesto, prendo zaino e buoni propositi, cuffie nelle orecchie, saluto i ragazzi, ed esco.

Amo vivere qui, ormai sono 16 anni. Tra casa e la metropolitana ci sono circa 500 metri e una decina di meravigliosi “ciao” e buongiorno”. Lesya, la signora della tintoria. Giovanni, l’istituzione del Boulevard Bistrot. Le ragazze di “Orlo Magico”. La portinaia di Via Faruffini, con la quale gioco ad evitare i rivoli d’acqua sul marciapiede. Il ragazzo di colore in Piazza De Angeli. I 2 euro voglio darteli in mano, metti via quel cappello. Il suo sorriso ne vale 1.000,00, di euro.

Ecco la mia banchina. Che strana attesa, 7 minuti. Non ho fretta, non l’ho mai avuta in vita mia.

Un signore ha già il PC acceso sulle ginocchia e digita nervosamente. Forse sta decidendo le sorti del mondo. Lasciamolo tranquillo.

Una ragazza si scusa con il fidanzato che la sta aspettando chissà dove.

La giovane ripassa e ripete a memoria alzando gli occhi al cielo. La sai tesoro, si vede che la sai. Vai tranquilla.

Lei cerca di farsi largo tra le persone, vuole conquistare la testa della banchina ma si vergogna a chiedere permesso. E’ agile, leggera, elegante. Ha capelli castani, profondissimi occhi marroni, un leggero trucco perfettamente adeguato al viso, porta un foulard verde intorno al collo e in testa tantissimi pensieri, probabilmente affascinanti tanto quanto lei. Lei ha in mano un libro.

Non voglio rischiare di metterla in imbarazzo ma è impossibile smettere di guardarla.

Il treno arriva. Io difficilmente la mattina mi siedo, è più facile che succeda la sera. Solitamente mi appoggio alla porta dal lato opposto.

Lei invece ha preso al volo uno dei pochi posti liberi. Riuscivo a vederla bene.
Ho aspettato che iniziasse a leggere il suo libro mentre io continuavo a cercare di leggere lei ma no, troppa confusione, troppi occhi indiscreti. Le letture dicono molto di una persona e tu lo sai, vero?

Tira fuori dalla borsa una collana di perle, la stringe forte in mano e poi la porta al cuore. Quasi si abbraccia, cercando protezione in quell’oggetto che doveva esserle certamente molto, molto caro. Da quel momento le sue emozioni hanno preso il comando della giostra e la sua espressione, fino ad allora così dolcemente severa, è diventata più morbidamente malinconica. In quel momento mi sono sentito talmente vicino a lei da avvertirne quasi il battito del cuore.

A Cadorna le carte si rimescolano sempre e mi ritrovo a meno di un metro da lei. La sto guardando, sorridendo. Cerco di prendere informazioni dai suoi lineamenti, cerco storie nei dettagli del suo viso.

Due fermate dopo è scesa. L’ho seguita con lo sguardo fin dove mi è stato possibile, le ho augurato buona giornata, e poi tutto è diventato ricordo ed immaginazione, sulla scia del treno e del suo profumo.

Non so se la rivedrò. Intanto sorrido, ricordo qualcosa di bellissimo, sogno qualcosa di ancora più bello, e prego per qualcosa di diverso in un domani sempre uguale.

Per il momento grazie, angelo di donna, donna di De Angeli.

2 commenti

  1. Le parole di un sognatore. È una grande ricchezza la capacità di sognare e può riempirti la vita.

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