Le Valse Triste

Copyright: Image by kjpargeter on Freepik - Autore Poesia: Nicola Barbarisi

Meco vagasti fra gl’obliqui
Specchi e nulla trovasti
Se non una collana di rubini,
Di perle ch’all’orizzonte
Splendean: giungea dunque
Sera e luna s’ascondeva,
Intimorita giammai ma fiera
Coverta dall’oscurità nera.

Uomini! Sanza conoscenza e bruti,
Stolti! Osaste voi credervi
Immortali: ciò condusse voi
A morte lenta e cruenta;
Infuria la tempesta e poscia
Questa render pietade alla
Misera stirpe, alla mia
Infermitade: niuna lagrima.

Veggio ne lo deserto lontano
Quasi come toccassi terra,
Quella mia lontana terra;
Un’infinita armata veggio,
I cavalli imperiosi e ogni spada
Affilata, pelle di quella luna.

Cammino su quella sabbia,
Fredda è l’aere e tuttavia
Cavalco il destriero d’ossa,
Quella bestia di dolce legna.

Questo corpo è un oggetto,
Un oggetto a me estraneo;
Or la mano tocca il braccio,
La sento eppure è freddo:
Il sentir è nell’intelletto:
Questo innalzo a Dio.

S’ha da uscirne per amore,
Così l’anima puote volare
Leggiadra fra le libellule.

Oh mia diletta, lo tuo saluto
È cosa piacevol per lo sonno
Ed in esso sovente t’incontro
Per poi svanir ne lo sogno;
Qui mi rallegro e aspetto
D’incrociar il guardo tuo.

Voleranno nel grande incendio
I corvi neri dal fino occhio,
Fra le fiamme d’argento.

Codesta natura matrigna, già
Allor quel Vesevo sterminator
S’indigna mentre tutto
È travolto dalla marea
Nella più grande armonia.

Scorgo ne lo sentero buio
Fra le macerie il pianto
Leggero e feroce d’un bimbo;
Porgo una mano in aiuto,
Un brivido percote lo stomaco.
Quel lamento più forte diviene:
Or stringo forte il cadavere.

Non trovo più le stelle,
Il cielo s’è tinto di sangue:
Finita è l’ora di giocare.

Poscia lo pugnale giustizia
Render quando vita spezzerà:
Non più fra l’ombre un’ombra
Bensì il povero canto d’un poeta
Che canta la sua dipartita.

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Categorie: Poesie

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