Passeggiavo, piano,
lungo il viale alberato,
mentre i pensieri si rincorrevano.
Taglienti, come pugnali.
Davanti a una panchina,
di una pietra vecchia, opaca,
mi sono fermata.
«L’art te sauvera»,
c’era scritto, su uno dei bordi.
Negli occhi è germogliato
il lamento dell’animo:
sparso tutt’intorno dal vento
che sapeva di sera.